domenica 12 marzo 2017

La domenica all'ikea.


Qualche giorno fa, dopo una prima lezione sul concetto di informazione, tramite una serie di teoremi e successive verifiche, ne abbiamo analizzato il ruolo strutturale, legato a un concetto marxiano che associava questo termine a un ruolo produttivo.Rimando alla lezione del professor Saggio per averne un'idea generale ("Il ruolo strutturale della Informazione") e arrivo direttamente alla riflessione sulla produzione attuale e sulla crescente standardizzazione e successiva tendenza all'overchoice, all'iper-soggettivizzazione.



E questa cosa mi ha fatta riflettere... soprattutto in un momento della mia vita in cui mi ritrovo a comprare un tavolino e la vernice spray nella stessa ora.
[Allego una testimonianza fotografica sperando che la mia padrona di casa apprezzi la nuova sfumatura rosea del balcone.]
Ho realizzato quindi che io faccio esattamente parte di questa tendenza, come attuale possidente perlopiù di mobili ikea e vestiti di grandi brand low-cost.




A questo punto ho fatto un po' di ricerche e a differenza del "caso Freitag" di cui parla il professore, Ikea non propone nessun tipo di personalizzazione dei suoi prodotti. Strano, ho pensato. Ikea evidentemente funziona proprio per la sua standardizzazione, nella ricerca di uno standard medio di qualità e design (e conseguentemente di prezzo) che risponda alle richieste di un cliente medio.

Ho fatto altre ricerche e ho trovato un articolo che rispondeva al mio "strano": La nuova tendenza del design? Personalizzare mobili Ikea. Nell'articolo sono citati una serie di produttori che puntano sul modificare e integrare gli articoli Ikea e alla ricerca di quella soggettivizzazione del prodotto di cui parlavamo in precedenza. Facciamo un esempio pratico, il sito Bemz, che proprio nella sua home urla il suo "motivo d'esistere": PERSONALISE YOUR IKEA FURNITURE WITH A BEMZ COVER.
Andiamo più nello specifico:  per un divano IKEA EKTORP  a 3 posti, il cui prezzo varia tra i 299€ e i 399€ a seconda del colore, ti viene proposta dalla Bemz una cover che si aggira tra lo stesso prezzo del divano (per il più modesto) fino ad arrivare al doppio del suo valore (Michele Boroni nel suo articolo parla di cifre ancora superiori per prodotti di designer "cool"). Il che vorrebbe dire che andresti a pagare un copridivano quanto il divano stesso se non di più o in extremis il doppio. Epico. Che sarebbe come dire che paghi la cover del tuo cellulare più del tuo cellulare. Curioso.

Ma la Bemz non è l'unica, man mano si son sviluppati e si sviluppano ancora una serie di produttori specializzati proprio nella ricerca dell'overchoice associata ai prodotti IKEA, come la Pretty Pegs che ha una sezione dedicata proprio al brand svedese.

C'è poi un'intera comunità che si è sviluppata nel tempo ma è partita da un blog datato 2006 ad opera di una 37enne pubblicitaria malese Mei Mei Yap, che è poi diventato un vero e proprio movimento, quello degli IKEA Hackers, che ad oggi propone e raccoglie idee originali accessibili a tutti.

In questo mare di informazioni l'unica certezza è che l'Ikea la domenica è roba per stomaci forti.
E allora, buona domenica a tutti.

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